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Il sentire dell’educatore… Che cosa significa?

Aggiornamento: 18 ago 2022

Il sentire dell’educatore... che cosa significa?

L’educatore e l’educatrice sono, innanzitutto esseri umani. Tutti noi, con i nostri gesti, con le nostre azioni, con il nostro comportamento siamo chiamati ad educare ed educarci a vicenda, a vivere relazioni di crescita gli uni per gli altri. Sopita, dentro ognuno di noi, c’è una sensibilità educativa, così come ve ne è una artistica, una per il movimento, una per il canto. Per cosa avremmo le voci che abbiamo, se non per cantare? Fra gli uccelli nella natura non cantano solo quelli che faranno la carriera dei professionisti, perché cantare è nella natura stessa del loro essere. Così, nella profondità del nostro essere vi è una sensibilità per l’educare, ma spesso non ne siamo consapevoli e lì soggiace, meraviglia in potenza.

Educarci è una delle cose più belle che possiamo fare, significa tirarci fuori, venire alla luce. È il processo attraverso cui esprimere la meraviglia che abbiamo dentro e metterci a servizio affinché altri possano mostrare la loro. Educarci è saper stare nel dolore, in tutto lo spettro multicolore delle emozioni umane. Educare è saper stare a contatto, accanto, vicino, tutto ciò che è umano, in tutte le sue sfaccettature, anche le più difficili, nella sua sofferenza. Educare allora è sviluppare il nostro sentire, anche se a volte ci fa paura. È non avere paura della bellezza.

Il sentire dell’educatore, immagine di Sabina Bello


I bambini ce lo chiedono, sai starmi accanto? Non solo quando sono allegro e felice, ma quando sono arrabbiato, quando il dolore mi spezza, quando urlo, piango, tiro calci, sai starmi accanto? Sai esserci, sai amarmi, anche quando non è facile? Per quello che sono, per tutto quello che sono? Queste domande albergano nel nostro cuore, è questo amore che vorremmo incontrare, quello che conosce la gioia quanto la tristezza.

Educare è responsabilità, è assumersi il più pienamente possibile gli effetti dei nostri gesti, impariamo ad amarla. Educare è una spinta indomita a migliorarci, a protenderci al massimo delle nostre possibilità, non rinunciamoci. Educare è fallimento, è accettare che abbiamo dei limiti, che stiamo facendo del nostro meglio o semplicemente quello che riusciamo. Ricordiamoci che il fallimento stesso è un grande maestro.

Educare significa avere amore e passione per l’imparare, ovunque, da qualunque maestro, in ogni forma e colore. Non c’è limite all’apprendimento per chi è animato dal desiderio di imparare. Voi la sentite? La fame di vita, la voglia di giocare, di vibrare con tutto il nostro essere?

Siamo responsabili dei bambini, tutti quelli che esistono. Siamo responsabili del mondo che lasciamo loro, degli adulti che ci offriamo di essere al loro sguardo, della qualità delle relazioni che ci impegniamo a costruire.

C’è da rimboccarsi le maniche, da non avere paura, da capire che quello a cui stiamo lavorando è più grande delle nostre insicurezze e ha bisogno di noi. Tutti noi, ognuno nel suo pezzetto di mondo, di anima.

Siamo pronti a confrontarci, a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, ad osare i nostri sogni? Ad osare nonostante la paura, a farne pratica quotidiana? A vivere le sfide che ci aspettano da una vita? Ad osare una nuova idea di umanità? Come possiamo educare ed educarci senza guadagnare un’idea ampia di umano come persona, un’idea che respiri, di ampio respiro e di umanità come possibilità? Osare una visione ecologica della vita, dove tutti i sentimenti, tutti i passaggi, hanno senso, senza bisogno di rifiutare, di dimenticare, di gettare via nulla.

Il sentire dell’educatore


L’educazione è la chiave di volta, lo strumento per salvare l’Umanità realizzandola, come ci ricorda Edgar Morin. Respiriamo, nutriamoci, riposiamo quando serve, perché è la più bella sfida che ci attende, è la vita

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Sabina Bello – Educare ai sentimenti dal Team di Scuole Naturali

Un’altra riflessione sull’Educare ai Sentimenti è: Delicatezza… quando guardiamo un altro essere umano



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