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Vi presento… Sabina Bello e la nascita dell’educazione in natura

Aggiornamento: 18 ago 2022

Auto intervista a: Sabina Bello, Ostia (RM), Scuole Naturali

Ho l’onore di vivere questo momento di passaggio e transizione che è l’inizio dell’anno assieme a tutti voi e questa volta voglio farlo parlandovi un po’ di me e di come questa storia dell’educazione in natura è cominciata dalle nostre parti.

2014 – Cofondatrice de L’asilo nel bosco – Ostia Antica (RM)


Vi racconterò una fiaba, cominciata poco più di sette anni fa. Venne alla luce, fra gli alberi e i prati di un parco cittadino nel comune di Roma, un piccolo progetto innovativo, chiamato Asilo delle Arti e della Natura, dove si dava spazio al far scricchiolare le foglie, all’ascoltare la pioggia cadere facendola scivolare fra le dita, al dipingere e al raccontarsi i segreti tra i fili d’erba alta, all’usare la chioma cadente di un salice come capanna e al modellare l’argilla.

Ebbi la fortuna, assieme ad un’altra maestra e ad un gruppo di genitori coraggiosi, grazie all’intuito visionario di Danilo Casertano, che con l’Associazione Manes pose l’idea e alla scuola dell’infanzia L’Emilio che la accolse, di essere la maestra che accompagnò quel piccolo manipolo di bambini nello sperimentare i primi passi in questo modo di fare educazione all’aperto.

Quanto ero emozionata quei primi giorni e quanta strada, quanto siamo cresciuti da allora!

2016 – Maestra alla Scuola nel Bosco – Ostia Antica (RM)


Abbiamo vissuto tante trasformazioni, L’Asilo nel Bosco, l’Asilo del Mare, la Scuola del Mare e del Bosco, fino ad arrivare oggi alle Scuole Naturali, la rete che raccoglie il gruppo più eterogeneo di esperienze virtuose in Italia. Siamo diventati tanti, centinaia di persone che si formano ed iniziano a sperimentarsi in questa direzione e migliaia che seguono questa avventura.

Ho varcato da poco la soglia del mio trentaduesimo anno su questo pianeta (28 Dicembre!) e vista la prossimità con la fine – inizio dell’anno è un buon momento per fare il punto della situazione e condividere con voi qualche riflessione più profonda come il chiedersi, per quale motivo sono al mondo?

Sono coerente al mio scopo? Cosa mi sta chiedendo il mio daimon?

Se dovessi guardare all’immagine nell’insieme, posso dire che i primi quindici anni della mia vita li ho passati totalmente immersa nei boschi dell’Umbria, gli ultimi sette li ho dedicati alla nascita del movimento dell’educazione in natura in Italia e nel lasso di tempo intermedio ho colorato la mia tela con le tinte dell’acquerello e dell’arte.

2019 – Formazione esperienziale in FVG


Mi chiedevo, quando è nata in me l’idea dell’educazione in natura?

Luoghi dell’anima – La casa delle origini


La risposta che ho trovato è che sono io ad essere nata in essa, ad essere stata cresciuta dai suoi colori e odori, dall’aria frizzante dell’inverno, dalle infinite stelle delle sue notti, dalla neve in cui arrancavo a due anni e mezzo quando ancora era più alta di me. I fiori del melo, le gemme sui rami, le arrampicate sugli alberi, i pomodori nell’orto, l’odore del muschio, le erbe di campo, il ronzio degli insetti, il tepore del sole, queste e tutte le altre sfumature sono l’abbraccio nel quale sono cresciuta e che si è impresso fortemente nella mia anima.

Quando nel 2013 cominciai ad accompagnare quel primo gruppo di bimbi all’aperto nell’Asilo delle Arti e della Natura sentii che questa cosa dell’outdoor education, ancora piuttosto sconosciuta nel nostro paese, esisteva in qualche modo perché fortissimamente era già una realtà dentro di me e sono convinta che crederlo così intensamente abbia partecipato a far sì che esistesse anche fuori.

In principio per me eravamo una cosa sola, poi col tempo siamo diventate cose separate, ma posso dire che all’inizio nella mia interiorità io e l’educazione in natura abbiamo battuto come un solo cuore.

Questo è stato possibile grazie al cammino fatto insieme a Danilo, all’Associazione Manes, a Scuole Naturali e a tutti gli altri pellegrini e pellegrine che hanno contribuito a questa visione.

Mi piace pensare che quando aderiamo al nostro scopo nel mondo, quando crediamo fortemente ad una nostra realtà interiore che sentiamo essere autentica, fortemente vera, in qualche misura co-partecipiamo a creare concretamente la realtà fuori.

Ed ora che un settennio si è chiuso e ne comincia un altro, ora che un altro anno si compie e ne comincia un altro, mi chiedo, come si evolve il mio senso dell’essere su questa Terra?

Ascolto la mia stella e sento sempre di più la responsabilità di iniziare a tirar fuori la voce per condividere il sottile punto di vista sulla realtà che questa vita originale mi ha donato. Sento che le riflessioni che ho maturato sono necessarie a questo tempo e che omettermi nuoce a me e a ciò che mi circonda.

2018 – Formazione laboratoriale in Veneto


Questo per dire cosa? Che abbiamo tutti qualcosa di prezioso da donare e che il mondo ha bisogno di noi e noi del mondo e qui c’è uno dei sensi più profondi dell’educare all’aperto ovvero il creare un respiro tra dentro e fuori, tra interiore ed esteriore, tra essere introversi o estroversi mentre permettiamo alle varie dimensioni di dialogare e all’aria di scorrere.

Quello a cui dal profondo del cuore aspiro è potermi mettere a servizio, usare me come incoraggiamento per dire che ognuno di noi può migliorare la realtà e può farlo a partire da se stesso, portando se stesso, questo è quello che ci auguro.

Se ci mettiamo a servizio della nostra verità più profonda, le nostre realtà interiori ed esteriori cominciano a comunicare fra loro.

Ciò che io posso fare singolarmente è accendere una lanterna, ma se tutti facciamo altrettanto, allora insieme sì, che diventiamo una supernova, che sprigioniamo meraviglia.

E la cosa bella è che già lo stiamo diventando, perché oggi l’educazione in natura inizia a camminare sulle sue gambe e pensare che ora, dopo sette anni che ne stiamo parlando è presente nel corso di Perfezionamento Universitario in Outdoor Education sviluppato da Scuole Naturali in collaborazione con l’Università Lumsa nel quale avrò il piacere e l’onore di essere docente equivale un po’ a dire che questa storia inizia ad essere grande e ad andare a scuola!

Immagine tratta dal graphic novel Advaita, scritto e illustrato da Sabina Bello


2014 – Accompagnando L’asilo nel bosco – Ostia (RM)


Cosa credi che l’educazione all’aperto possa dare in questo momento storico? Credo che in questo momento storico l’educazione all’aperto sia l’occasione per tornare a farci domande, uscire dagli schemi dentro i quali siamo abituati a muoverci per guardarli da fuori e chiederci: funziona questo modello per me? È qualcosa in cui mi riconosco? Cosa cambierei e perché? Cosa posso trovare al di là di questo schema? Mi fa paura muovermi in un territorio che ancora non conosco?

È un po’ una chiave di volta per fare un punto zero e rimettere il benessere al centro e chiederci, cosa conta davvero?

L’educazione all’aperto è l’occasione per riportare la scuola a contatto con la realtà tangibile delle cose, con il mondo, tornando ad apprendere direttamente da esso e ricordando al mondo che l’educazione, i bambini esistono e ci riguardano tutti.

Recuperare il nostro contatto istintivo con l’esplorare per scoprire che siamo molto più capaci di quel che crediamo di entrare in contatto e gestire le varie situazioni che ci vengono incontro. L’occasione di aprire la porta all’imprevisto e riscoprire una nuova centratura in noi stessi.

Quali sono le specificità del tuo approccio all’educazione in natura?

Ciò che mi caratterizza nell’educazione in natura credo sia innanzitutto il rispetto, l’idea che stiamo entrando in punta di piedi in un luogo che ha dei suoi equilibri con i quali possiamo cercare di entrare in empatia, quindi promuovere un approccio di non sfruttamento, ma di interazione delicata.

2017 – Maestra alla Scuola del Mare e del Bosco – Ostia Lido (RM)


Educare in natura per me è educare alla cura nei confronti del mondo. Per quanto riguarda i bambini, quello che mi sono sempre impegnata a trasmettere loro è la fiducia nelle loro capacità, il coraggio di affrontare le sfide, la meraviglia con cui colmare il nostro sguardo quando si posa sulla bellezza che ci circonda, l’attenzione nello scoprire i dettagli, nell’imparare guardando e la fantasia, la possibilità di creare giochi e mondi con quello che troviamo, anche se a prima vista non si tratta che di qualche foglia o di un sassolino.

Educare in natura significa anche educarci a ciò che è profondamente umano, ovvero le relazioni, perché quando siamo fuori, lontani da tutte le distrazioni e gli arredi quello su cui stiamo davvero lavorando è il come stiamo con noi stessi, con l’altro e con il mondo e credo che questo sguardo di comprensione all’umano sia un altro elemento che mi caratterizza fortemente.

Qual è un ricordo significativo della tua infanzia legato alla natura?

Una volta nella nostra casa in campagna trovai una lucertola che stava rischiando di morire in un secchio dove era rimasta dell’acqua, incidenti che noi umani rischiamo di causare senza accorgercene. Io ero piccola, la sollevai e la portai con me, al sole. Percepii il suo affidarsi al calore della mia mano e rimanemmo così, immobili, sdraiate sul lastricato per quasi un’ora, fin quando non cominciò ad aprire gli occhi e pian piano a muoversi, finché non fu sufficientemente in forze per andarsene via tra le pietre.

Ho sempre trovato grande meraviglia e stupore nel vedere come esista la possibilità di stabilire un rapporto di empatia con gli animali che va al di là della specie, della lingua e si compone di semplice presenza, di interazione fra essere ed essere. Un’altra volta una grossa farfalla mi fece diciannove uova sul dito oppure mi è capitato in più occasioni che le api mangiassero un po’ di miele o polline direttamente dalla mia mano.

Tutte queste esperienze vissute da bambina mi hanno educata ad un profondo senso di rispetto, di delicatezza e stupore che si può avere nel momento in cui si incontra un altro essere, nella meraviglia dell’essere vivi.

Come credi che il proporre esperienze all’aperto ai bambini di oggi possa influire sugli adulti di domani?

2015 – Maestra a L’asilo nel bosco – Ostia Antica (RM)


Credo che possa insegnare loro ad interagire con il diverso, a comprendere l’altro e a contestualizzare, a leggere le situazioni che li circondano. Credo che possa essere un forte contribuito allo sviluppo delle soft skills, come l’intraprendenza, lo spirito di adattamento, il problem solving, il pensiero laterale, l’imprenditorialità, la leadership, ma anche la partecipazione, il senso civico, una visione ecologica, ecosistemica della vita.

Sono convinta che possa migliorare la sicurezza in loro stessi e la comprensione dell’essere fatti di un corpo, di un cuore e di una mente che hanno bisogno di imparare ad andare insieme, la consapevolezza di essere animali culturali, dove sia l’istintualità che la cultura hanno la loro importanza.

Cosa vorresti dire a qualcuno che inizia a formarsi e sperimentarsi nella direzione delle Scuole Naturali?

2019 – Formazione esperienziale in FVG


Vorrei dirgli di godersi questo viaggio, perché è una grande possibilità innanzitutto per loro stessi. E direi loro quello che auguro in realtà a tutti con l’inizio di questo nuovo anno, ovvero la possibilità di entrare in contatto con la propria essenza profonda e di iniziare a portarla nel mondo.

Sento profondissimo in me il bisogno di comunicare intessendo la natura, l’arte, la scrittura e tutti i possibili linguaggi che la vita ci ha dato per poter contribuire come un’interezza. Mi auguro che con i miei racconti io possa incuriosirvi, coinvolgervi e trasmettervi qualcosa del grande sentimento di natura che mi anima per invitarvi ad essere anche voi gocce che abitano questo oceano verde azzurro.

2020 – Masterclass con Scuole Naturali – Streaming


Assieme a voi voglio crescere e profondamente prendermi cura di ciò che mi circonda, di quello che mi è vicino e lontano, della dimensione esteriore ed anche di quella interiore.

Auguro a tutti in questo nuovo anno di manifestarsi nella realtà che li circonda per la bellezza che sono davvero, senza omissioni, chiedendosi se stanno riuscendo a mettersi servizio del loro scopo, ad incontrare il loro daimon. Vi auguro di trovare ciò che il vostro cuore desidera profondamente e di ascoltarlo.

Auguro a tutti di poter trovare e seguire la propria stella che brilla.

Illustrazione di Sabina Bello


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