E se…venissi a lavoro con Te?
Quest’estate è continuata l’avventura intrapresa lo scorso anno insieme ad Efm, azienda mossa dal pensiero e dall’azione di persone che guardano a nuove possibilità, all’idea che creatività e libertà siano profondamente connesse con il senso di responsabilità. Azienda e persone alle quali siamo legati da una prossimità di intenti, dalla visione di nuovi e possibili scenari.
Efm si occupa di progettare e gestire luoghi ma è la sfumatura di cui si colora questa parola nella “loro” concezione che apre nuove prospettive.
Un luogo è sì uno spazio fisico ma è anche la risultante delle relazioni tra gli esseri che lo vivono, la risultante, delicata e forte allo stesso tempo, dei significati che ognuno di quegli esseri dà a quel luogo.
E tanto più quel luogo ha un senso per noi, tanto più ci arricchisce.
Ciò che preme, ciò che guida, è che i luoghi progettati rendano possibili esperienze di senso, siano essi stessi esperienze di senso.
Ora, quanto senso in più acquista il luogo dove mamma e papà vanno a lavoro se io bimbo e bimba l’ho vissuto come luogo di giochi, di amicizie e momenti condivisi?
E quanto senso in più acquista la stessa postazione di lavoro se proprio lì, ogni tanto, ho cullato mio figlia o mio figlio o li ho visti corricchiare per il corridoio per andar a giocare con altri bimbi e bimbe?
L’idea guida è che sia possibile per mamme e papà coniugare il loro essere genitori con il tempo e lo spazio del lavoro ed è impagabile veder arrivare la mattina mamme e papà mani nelle mani con piccoli e piccole che ogni giorno di più prendono confidenza con il luogo vissuto dai loro genitori e ogni tanto saltellano per i corridoi portando quella loro presenza unica e preziosa.
É la possibilità di un incontro tra mondi che ad oggi sono spesso separati in termini di tempo e di spazio. Bambini da una parte, adulti da un’altra. Tu a scuola, io a lavoro e poi forse ci incrociamo la sera per una fiaba della buonanotte.
“Sei stata felice oggi? Dov’era il tuo cuore? Hai pianto e perchè? Ti sei intristito per qualcosa?”
Queste domande rimangono spesso dentro, non trovano il momento giusto per uscire, un coriandolo di minuti la sera non può bastare.
Quanta ricchezza invece si crea quando due mondi che portano qualità così diverse si incontrano e si dedicano del tempo? Tanta, tantissima, ogni giorno di più ne abbiamo la conferma.
Quest’anno poi ci siamo dedicati all’esplorazione del territorio, partendo dal Parco vicino vicino per arrivare al Museo poco distante, con l’idea che natura e cultura siano terreno fertile e sano dove bimbi e bimbe possano sperimentare, imparare, giocare, conoscere, conoscersi, Crescere.
E sì, ricorderemo dei giochi e delle risate nello spiazzo rosso del parco che ospita il pino dove arrivano i messaggi delle fate. Ricorderemo di aver creato esserini di argilla decorati con aghi di pino e foglie gialle e verdi, di averli lasciati tra gli alberi per portare un po’ della nostra bellezza in un parco cittadino.
Così come ricorderemo delle capanne costruite con pazienza, che poi a starci dentro tutti insieme si sta un po’ stretti ma… quanta felicità in quei momenti. Dell’aloe piantata, degli acquarelli a suon di fiabe sotto la presenza profumata degli eucalipti, dei pianti per lasciar andare le mamme ed i papà, del loro ritorno verso l’una, delle corse per raggiungerli ed abbracciarli e poi andare a pranzo tutti insieme. E c’è stato anche chi ha scelto di rimanere al parco per un pic-nic! Porteremo nel cuore i momenti al museo, a ballare tarantella e pizzica nella sala delle musiche popolari, a guardare file d’angeli nei presepi tradizionali incantati ed incantate da tutte le lucine che li illuminano. Ricorderemo i giochi nella sala grande del museo, i momenti di rilassamento in cerchio e le partite a nascondino sotto ai portici seriosi del Pigorini.
Può sembrare qualcosa di piccolo ma dentro di noi ha creato grandi mutamenti, è l’idea di un ambiente lavorativo più vitale, sano, possibile grazie alla sensibilità di chi ha creduto e crede che questo possa essere, che possa diventare sempre più una realtà.
Un giorno poi sentiamo parlare due ragazzi, venuti a prendere al parco la figlia di un’amica che si trova in riunione.
“Tu lo conoscevi questo posto? Non sapevo che fosse così bello e così vicino! Potremmo venirci a lavorare ogni tanto?! Perchè no?!”
Sono possibilità e magari rimarranno solo potenziali ma sicuramente aprono nuove finestre, nuovi spiragli nel pensiero.
É vero, con i “se” rivolti al passato non si è mai fatta la storia ma con gli “E se..” nel presente si può creare un nuovo Futuro.
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