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Cassiopea e la Natura in aula

Aggiornamento: 18 ago 2022

Quarto anno di insegnamento alla scuola superiore. Impegnata in tre scuole diverse, in una ho una supplenza annuale per la materia Scienze Umane con una prima del professionale socio-sanitario.

Mi sono prefissa un grande obiettivo: lezione frontale limitata a 15 minuti al massimo nell’ora didattica e tanto scambio, confronto, lavoro di gruppo, video, simulazioni, ecc… Certo, per prima cosa, faccio un tentativo di rimettere in discussione il mio modo di apprendere e di studiare, lo so che si insegna per quello che si è e non per quello che si dice, e la tentazione di scivolare in abitudini didattiche viste, vissute e subite, è sempre in agguato, ma resto vigile!

Si studiano le Scienze Umane, la loro origine, il loro perché. Così iniziamo l’Antropologia, discorrendo di Erodoto  e dei suoi racconti sui popoli che lo avevano affascinato. E poi, pian piano, si entra in un territorio scivoloso …  ma qual era lo scopo di questa scienza? Umanitario? A guardare bene le cartine politiche dell’Africa e dell’America e i loro mutamenti nel corso dei secoli, si direbbe che conoscere popoli diversi dai nostri era piuttosto una questione di sopraffazione e di dominio. Già …

E poi la questione delle culture semplici o “primitive” a confronto con quelle complesse o “evolute”… che grande confusione di prospettiva! Allora, che si fa sul pratico? Come possiamo superare noi, ancor prima di aver “spiegato e studiato” la definizione di Taylor, questa sciocca e orribile distinzione, fondata sul potere dei più forti? Bene, un argomento viene subito alla mente: l’arte di prendere decisioni per il bene comune, detta anche politica. Ecco qui un bel confronto. Pensiamo al nostro parlamento e al nostro governo, quante volte li vediamo litigare in aula e vediamo i poteri forti che schiacciano i diritti delle minoranze? E sapete come facevano a prendere le decisioni gli Indiani d’America, attraverso il bastone della parola? Guardo i ragazzi: le facce stupite e incredule.

Allora si fa subito un cerchio, con una lista di piccole decisioni di classe da prendere, e arriva la tartaruga Cassiopea, che prende il posto del bastone della parola. La piccola Tartaruga, signora del tempo e protettrice di chi si esprime tutelando lo spazio e il tempo della parola. E così il primo argomento entra in campo: cosa si può fare con i prof “problematici”, come approcciarli e come entrare in contatto con loro. Ed ecco il miracolo, uno scambio rispettoso di esperienze e ognuno esce dall’aula con la decisione giusta per se, presa insieme agli altri. E la ottusa e vetusta definizione di culture primitive ed evolute svapora nel nulla.


Grazie Cassiopea, una parte di “Natura Umana” autentica  è entrata oggi nel quadrato della nostra aula!


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